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sabato 31 luglio 2010

L’ONU dichiara l’acqua “diritto umano universale”



L’Assemblea generale dell’ONU ha approvato lo scorso 28 luglio, a larga maggioranza, una risoluzione che riconosce l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari tra i diritti umani fondamentali. La storica risoluzione, su mozione presentata dalla Bolivia e da una trentina di altri paesi, sancisce che “l’acqua potabile e i servizi igienico sanitari sono un diritto umano essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti umani”. L’accesso all’acqua potabile è entrato, quindi, ufficialmente a far parte della Dichiarazione dei Diritti Umani.

Alla votazione erano presenti 163 paesi dei 192 che costituiscono l’Assemblea Generale, 122 dei quali hanno votato a favore, nessuno contro e 41 si sono astenuti. Tra gli astenuti ci sono Canada, Regno Unito, Australia e Stati Uniti, che hanno motivato la loro decisione con il fatto che la risoluzione ONU potrebbe minare l’iter che è attualmente in corso a Ginevra – presso il Consiglio dei Diritti Umani – per costruire un consenso globale sui diritti all’acqua.

Il testo della risoluzione dell’ONU ribadisce come sul pianeta una persona su otto non abbia ancora accesso all’acqua potabile e come questa mancanza di accesso provochi la morte di tre milioni di persone ogni anno. Prosegue ricordando che 884 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile e che più di 2,6 miliardi di persone, per lo più neonati e bambini, non dispongono di infrastrutture igienico-sanitarie di base. I dati diffusi dall’ONU riferiscono che, ogni anno, oltre 1,5 milioni i bambini, di età inferiore ai 5 anni, muoiono per mancanza di acqua e che oltre 443 milioni di giorni di scuola vengono persi a causa di malattie legate alla qualità dell’acqua e alla mancanza di strutture igieniche.

Pertanto, l’Assemblea Generale – in seno alla risoluzione – invita tutti gli Stati membri e tutte le organizzazioni internazionali a fornire risorse finanziarie, tecnologie e competenze ai Paesi in via di sviluppo, affinché acqua potabile e servizi igienici di base siano garantiti a tutti. L’Assemblea, inoltre, ha anche confermato l’impegno degli stati membri a dimezzare, entro il 2015, il numero di persone sulla terra che non ha accesso all’acqua potabile.

Questa risoluzione costituisce un passo decisivo per affrontare in modo concreto il problema della scarsità delle risorse idriche e per svincolare l’acqua dalle logiche del mercato. Il diritto all’acqua era già stato inserito dall’Onu in alcune Convenzioni sui diritti delle donne, dei bambini e dei disabili, ma non era ancora stato dichiarato ufficialmente “diritto umano universale”.

La risoluzione, pur non avendo valore vincolante dal punto di vista giuridico, è stata accolta con grande soddisfazione da tutti i movimenti internazionali per la difesa del diritto all’acqua. Infatti, se si considera che in molti casi i testi delle risoluzioni dell’Onu hanno preceduto e indirizzato l’effettiva applicazione e la possibilità concreta di godere dei diritti universali, rappresenta più di una speranza. E vedremo se già dai prossimi appuntamenti (a partire da quello di settembre 2010 a New York sugli Obiettivi del Millennio fino al Forum Mondiale dell’acqua che si terrà a Marsiglia nel marzo 2012) questa risoluzione così importante troverà ulteriore rafforzamento a livello internazionale.

Scritto da Laura Pavesi – 30 luglio 2010 – 09:25
Per affrofondire : http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=35456&Cr=SANITATION&Cr1

mercoledì 7 luglio 2010



A Taracina jerta

Povera Vecchia mia, quanta pena
te dà 'sta fijjulanza scellerata,
che se da prima t'era affeziunata,
mo tutta te turmenta, t'avvelena.

Te vo vedè perduta, suffucata,
de sotte a la miseria e la munnezza,
pe fa sparì pe sempe la bellezza
che 'ncora t'è rumasta appeccecàta...

...Ma tu n'avè paura, Vecchia mia,
che chi tè core an piette e sentemente,
an campe scegnarà da cumbattente,
pe vence o pe murì, pe l'alma tia.

lunedì 5 luglio 2010

Non scherzate con il fuoco 2010


Non scherzate con il fuoco 2010
di Monica Rubino
Torna la campagna di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile per contrastare gli incendi boschivi in 500 località italiane. Cittadini, amministratori locali e volontari uniti in difesa del patrimonio forestale
Tutti insieme contro gli incendi. E’ questo l’impegno degli oltre 50.000 volontari che nei boschi di tutta Italia si sono impegnati in opere di prevenzione e salvaguardia per le aree verdi, minacciate ogni anno da incendi.

Oltre 500 le iniziative organizzate in tutta la Penisola dai volontari della protezione civile, gruppi scout, cittadini insieme agli agricoltori e ai cacciatori in occasione dell’VIII edizione di Non scherzate col Fuoco, la campagna nazionale di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile per contrastare gli incendi. Un’iniziativa che si avvale del patrocinio del Corpo Forestale dello Stato e della collaborazione degli Scout dell’Agesci insieme all’Arcicaccia, al Centro Sportivo e Attività per l’Ambiente, all’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco in Congedo, alla Regione Marche e alla Regione Siciliana.

“Un’azione collettiva concreta che testimonia – spiega Simone Andreotti, responsabile Protezione Civile di Legambiente – il grande interesse e la voglia dei cittadini di diventare protagonisti nella difesa del territorio, costituito da aree di grande pregio ambientale e naturalistico, messo ogni estate a dura prova dal fenomeno degli incendi, con gravi conseguenze per la biodiversità e pericolo per i cittadini stessi”.

Non si scherza neanche con i dati. Secondo il Corpo Forestale dello Stato nel 2009 su tutto il territorio nazionale si sono registrati 5.422 incendi che hanno percorso una superficie di 73.355 ettari di aree forestali. Un bilancio relativamente positivo rispetto al 2008, con una riduzione degli incendi di circa il 20%. Una boccata d’ossigeno per il nostro patrimonio boschivo, un dato che mette in luce come il fenomeno incendi non sia più un’emergenza nazionale ma resti particolarmente grave in alcune regioni del Sud e nelle isole. Nell’ultimo anno solo in Sardegna è andato bruciato oltre il 50% di tutta la superficie nazionale percorsa dal fuoco.

I miglioramenti registrati sono dovuti sicuramente sia ad una maggiore consapevolezza da parte della società civile dei reali danni ambientali ed economici provocati dagli incendi, ma anche alle attività di controllo del territorio e alla sanzione dei reati condotte dal Corpo Forestale dello Stato. Nel 2009 la Forestale ha accertato 5.362 reati d’incendio, effettuato 187 sequestri, mentre sono stati identificati e denunciati 459 incendiari, e 17 persone sono state arrestate.