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giovedì 30 dicembre 2010

Poveri, noi



Tema del libro è il bilancio di un Paese fragile, che non ammette di esserlo. Fragile socialmente, in primo luogo, segnato da forme sommerse di deprivazione, di vera e propria povertà, e soprattutto d’impoverimento. Ma fragile anche moralmente, nella tenuta dei suoi sentimenti collettivi, dei valori condivisi, nell’atteggiarsi delle relazioni, sempre più spesso attraversate da venature di rancore. E, naturalmente, fragile politicamente, nell’assetto «liquido» delle sue istituzioni, nei processi in cui si esprime una cittadinanza in larga misura lesionata. Un Paese abissalmente distante dall’immagine che offre di sé, dal racconto apologetico che monopolizza il discorso pubblico sovrapponendosi alla realtà fino a renderla irriconoscibile ai propri stessi protagonisti.
Marco Revelli, Poveri, noi
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Dal 2007 a capo della Commissione d'indagine sull'esclusione sociale, Marco Revelli scava tra le pieghe del processo di «modernizzazione regressiva» che sta caratterizzando il nostro Paese, che ha creduto di crescere declinando, di guadagnare posizioni perdendo in realtà terreno.
Una Vela che esplora le fragilità - economiche, morali e politiche - di un'Italia «abissalmente distante dall'immagine che offre di sé»: un'argomentazione sostenuta da dati statistici e dall'analisi del linguaggio del potere e della comunicazione mediatica - dai messaggi rassicuranti all'opulenza ostentata. Emerge il ritratto di una nazione dal profilo piatto, che ha liquidato i vecchi punti di forza senza crearne di nuovi e dove ci si ritrova, «se non più poveri tecnicamente, certamente più vulnerabili e arretrati», nel mezzo di una terra di nessuno in cui maturano, o trovano terreno fertile, le frustrazioni e i veleni, i risentimenti e i rancori, le rese morali e i fallimenti materiali. Solitudini e crisi d'identità in grado di sfregiare l'antropologia del nostro paese, tra intolleranza per i deboli e il simmetrico eccesso di tolleranza per i vizi dei potenti. Al centro della forbice sempre più ampia tra ricchezza e povertà, i temi cruciali dell'eguaglianza sociale, della qualità della democrazia, dell'indebolimento dei diritti e del concetto di cittadinanza.

Bob Kennedy sul PIL

martedì 21 dicembre 2010

Italiani più generosi: aumenta il volontariato

Scritto da Pasquale La Torre – 21 dicembre 2010 – 12:00
Popolo di santi, poeti, navigatori e si potrebbe aggiungere di volontari. Le ultime stime infatti registrano una crescita costante delle associazioni di volontariato.

La sistematizzazione delle banche dati dei 72 Centri di servizio al volontariato aderenti al Csvnet (Coordinamento nazionale centri servizi al volontariato) ha fornito un primo dato dal quale risulta che le organizzazioni di volontariato operanti in Italia sono 42 mila, di queste 27 mila sono iscritte ai registri regionali secondo le norme che disciplinano la materia. L’ultima rilevazione era stata effettuata nel 2006 dalla Federazione italiana di volontariato; si contavano 35 mila organizzazioni e si registrava una tendenza in costante crescita.

Nell’ambito di un campo d’applicazione così dinamico e poco istituzionalizzato come il volontariato, i risultati della rilevazione Csvnet, per essere in linea con i criteri statistici, devono essere ancora filtrati attraverso la sistematizzazione delle banche dati dei Centri servizi.

Questo proposito nasce a margine della decima conferenza nazionale di statistica dell’Istat che si è svolta a Roma il 15 e 16 dicembre. La prima sessione dell’iniziativa è stata dedicata proprio al volontariato, in linea con gli obiettivi dell’anno europeo 2011: valorizzazione dei giovani volontari, sburocratizzazione delle attività, sensibilizzazione attraverso i mass media.

In merito alla scelta fatta dall’Istat, il presidente del Csvnet, Marco Granelli, in un’intervista risponde “è un segno molto positivo, specie in un momento in cui il volontariato rischia di essere visto come puro intervento emergenziale. Forse sta passando il messaggio che il nostro ruolo non è solo riparativo, ma costruttivo per il benessere generale”. E sulla continuità di una programmazione statistica, riferisce che “…l’ultima rilevazione dell’Istat sul volontariato risale al 2003; quella sulle cooperative sociali al 2005; e i dati del censimento del no profit al 1999. Speriamo che si stiano mettendo in cantiere degli aggiornamenti”.

Un altro dato positivo si individua nell’ultimo Rapporto di Missione 2009 dell’Auser, associazione che rappresenta il ruolo attivo dei volontari anziani. I soci superano i 300 mila e i volontari sono aumentati del 20% rispetto al 2007.